Il progetto di residenza d’artista Just Imagine è promosso da Liquitex, uno dei più prestigiosi brand al mondo nella produzione di colori acrilici, in collaborazione con Inside Art, ed è rivolto ai pittori under 40. La call di questa edizione invitava i partecipanti a sperimentare l’acrilico, rivelandone le massime potenzialità espressive. La giuria, composta da Kim Stylides (Liquitex Brand Director), Maria Cristina Galli (vice direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Brera), Guido Talarico (editore di Inside Art), Ivan Quaroni (critico e curatore) e Fabrizio Pizzuto (critico e curatore), ha selezionato, tra oltre 100 partecipanti, i progetti di questi due giovani e talentuosi artisti. A loro sono stati messi a disposizione, per due settimane, l’alloggio, lo spazio per lavorare e una fornitura di pregiati colori acrilici ed ausiliari per artisti Liquitex Professional.

Eva Chiara Trevisan
Nata a Treviso nel 1991, è diplomata in Pittura e in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Tra il 2018 e il 2019 ha preso parte a due residenze, rispettivamente alla Fondazione Bevilacqua la Masa e a Dolomiti Contemporanee. Da pittrice molto attenta alla sperimentazione, lavora da tempo sul colore intendendolo come una materia, sempre alla ricerca di nuove prospettive pittoriche. È affascinata dai processi di trasmutazione delle cose, un procedimento che cerca di indurre anche con la sua tecnica nei soggetti delle sue opere. Nel suo progetto per la residenza Just Imagine, ha cercato di proseguire un tentativo artistico che la stimola da tempo: togliere il supporto alla pittura, sottrarre il telaio, la tela, la carta. Qualsiasi cosa su cui possa adagiarsi e da cui non staccarsi più: «Partendo da questo stesso principio, voglio donare indipendenza al colore come materia e farlo vivere di tutte le sue potenzialità, facendo sì che i materiali pittorici diventino essi stessi supporto dell’opera. Ho realizzato un lavoro 140×100 cm circa e una serie di piccoli lavori 20×30 circa. L’unico protagonista è il colore, che, non avendo nessun altro supporto su cui appoggiarsi se non se stesso, si manifesta come materia nella sua totale essenza».
Info: evachiara.trevisan@gmail.com

Damiano Colombi
Nato a Bressanone (BZ) nel 1994, Damiano Colombi è diplomato in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo, indirizzo in Pittura, all’Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua ricerca è volta alla spazialità, inizialmente esplorata nel paesaggio e successivamente nelle rappresentazioni di interni, abitata da radi elementi figurali. L’interesse per l’astrazione, la sintesi delle forme e la sperimentazione tecnica si è delineato negli ultimi quattro anni. L’attenzione principale si focalizza ora sulle potenzialità espressive dei materiali utilizzati. Del suo rapporto con la pittura dice: «L’atto pittorico corrisponde alla “registrazione” di un’esecuzione di interventi, parzialmente imprevedibili, improvvisati, suggeriti dallo sviluppo stesso dell’immagine. Rimane come traccia concreta di una serie di azioni e momenti di confronto fra l’artista e la complessità della materia pittorica». Per la residenza Just Imagine ha voluto consolidare una ricerca improntata sulla sperimentazione tecnica dell’acrilico su tele di grande formato. I lavori sono stilisticamente in linea con la ricerca del suo ultimo anno di lavoro. «Rispetto agli studi su carta che ho realizzato come spunti e ipotesi compositive, le opere su tela seguono un percorso inedito, mutevole, quasi improvvisato che asseconda i suggerimenti che l’immagine stessa fornisce. In questo modo assumo parzialmente il ruolo di esecutore, poiché seguo ed attuo le indicazioni offerte dai materiali e dal colore, dando così forma ad uno scambio il cui esito è un’ulteriore scoperta e suggestione per l’approfondimento della ricerca».
Info: damelor@hotmail.it

La mostra è a cura di Laboratorio Kaspar Hauser.

KH STAFF: Antifigure, Emma Brunelli, Lorenzo Cappella, Sofia Sotto Corona, Luca Di Gregorio, Giulia Di Pasquale, Federica Griesi, Beatrice Levorato, Giulia Romolo, Tommaso Schirru.

Eva Chiara Trevisan
Di Mattia Cucurullo
Il lavoro di Eva Chiara Trevisan si compone di monocromi tenuemente sfumati, di una materia plastica dalla lucentezza e dalla densità intimamente evocativa. La proprietà materica dei colori acrilici conferisce effetti atmosferici a opere riflessive e intransitive che si inseriscono discretamente in spazi e ambienti, comunicando come in un sussurro, attraverso un linguaggio appena udibile. In questa serie di minimali – dove ogni contenuto figurativo e narrativo è completamente azzerato – la traccia del lavoro dell’artista è la sua presenza invisibile. Un lavoro delicato, metodico, silenzioso. La stratificazione di colore, frutto di un lungo processo, qui assume un valore sostanziale dal momento che la struttura dell’opera si regge su questa sovrapposizione indurita di strati fluidi resi solidi, un’attività laboriosa che fa dipendere la sua integrità fisica da questo fragile equilibrio. Estremizzando la predilezione della tradizione pittorica veneta di esaltare il momento cromatico della creazione, Trevisan lascia che non ci sia nessun supporto aprioristico a determinare l’esperienza del colore, né simbolico né reale. Eliminando le componenti più suggestive e immediate della sensibilità coloristica, non esplorando le qualità transeunti della sua interazione con la luce, la materia viene sublimata (sia letteralmente che metaforicamente) ma non idealizzata. Non si smaterializza mai in una promessa di trascendenza. Privata di ogni base solida, appesa a un muro, in attesa di un confronto con lo spettatore, un faccia-a-faccia da quasi-soggetto, la materia di queste creazioni si rivela nella sua scabra ruvidezza, nella sua nuda irregolarità. Come la nigredo del pensiero alchemico, questa materia è un magma informe che questo antenato dello scienziato è chiamato a trattare. La materia di Trevisan, priva di ogni forma di connotazione, non si trasforma da sola. Restando muta, lascia aperta la possibilità una questa figurazione – sempre in forse – all’incontro con lo spettatore, ricercando segretamente un accordo con le sue facoltà immaginative, discretamente, timidamente.

Damiano Colombi
Di Alice Pio
Damiano Colombi sviluppa un’indagine sulla fenomenologia dell’opera. Un lavoro in bilico tra sperimentazione e improvvisazione, in cui ciò che emerge è il carattere prevalentemente procedurale dell’atto creativo. La scelta dell’astrazione è funzionale ad una disamina dei meccanismi di creazione e di fruizione dell’immagine. Viene sospeso il giudizio nei confronti di una presunta, ma non confermata, veridicità dei fenomeni. Questo non si traduce in un completo distaccamento dalla realtà. Nelle sue opere, infatti, sopravvivono tracce, seppur labili, di figurazione che inducono nello spettatore una sorta d’incertezza percettiva. Partendo da un processo di sintesi dell’immagine, l’artista non approda però alla rappresentazione di una realtà altra. Ciò che ci presenta davanti agli occhi è un portale, o meglio una finestra aperta verso un nuovo mondo, dominato da strutture spaziali ritmiche, ripartite, stratificate, e scandite dall’alternanza di pieni e vuoti. Dall’ambito musicale mutua il concetto di agogica, ovvero quelle indicazioni scritte utilizzate per segnalare le variazioni di movimento all’interno di una composizione musicale. L’artista, assecondando le indicazioni d’uso svela le caratteristiche implicite di ogni materiale impiegato e ristabilisce un canale di comunicazione con la realtà. Qui, la «finestra sul mondo» di Leon Battista Alberti viene moltiplicata, sovrapposta e stratificata, in una forte ambiguità formale. Nelle opere presentate, il segno converge verso la definizione di uno stile volubile, figlio dell’epoca postmoderna, in cui al rigore del pattern si alterna il piacere dell’ornamento, in un’instabile oscillazione tra norma e trasgressione. Pensieri, intuizioni e illuminazioni che accompagnano l’atto creativo vengono tradotte in una pittura a lenta percezione. Senza l’esigenza di definire una tematica particolare, i lavori, irradiando un’aura enigmatica e seduttiva, attirano lo spettatore, il quale viene invitato a partecipare al suo completamento.

Vedi anche:

https://insideart.eu/2021/09/17/i-vincitori-della-residenza-liquitex-sono-eva-chiara-trevisan-e-damiano-colombi/

Installation View – PhotoCredits: Filippo De Majo

Installation View – PhotoCredits: Filippo De Majo

Installation View – PhotoCredits: Filippo De Majo

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