The  portraits defy conventional notions of time and place. Faces long forgotten come to life before your eyes, their expressions haunting yet familiar, as if plucked from the recesses of your own memory. And yet, these are not mere representations of reality—they are impossible memories made tangible.Identities are often lost to the sands of time, Gea Iogan offers us a glimpse into a universe where the past is not forgotten, but reinvented anew with each passing moment
Amrutha Pradeep

Gea works on the disappearance of appearance. Images of the possible, people as a landscape of the mind, shift from the realm of belonging and move away into the mist. Faces overlap and vanish, the scenery blends with the maternity of what was supposed to be a canvas: it waves instead like a primer in a bedroom. People mingle with others from different lives, fleeting glances behind the city’s waking buses. Work resumes, we awaken from the vision, they are interstices of crossings, threshold places, evanescences of the pictorial subject.
KH

I ritratti sfidano le convenzionali nozioni di tempo e luogo. Volti da tempo dimenticati prendono vita davanti ai tuoi occhi, le loro espressioni sono inquietanti ma familiari, come estratti dai recessi della stessa memoria. Eppure, questi non sono meri riflessi della realtà: sono ricordi impossibili resi tangibili. Le identità spesso si perdono nelle sabbie del tempo, ma Gea Iogan ci offre uno sguardo su un universo in cui il passato non è dimenticato, bensì reinventato di nuovo ad ogni istante che passa.
Amrutha Pradeep

Gea lavora sulla sparizione della parvenza. Immagini del possibile, persone come un paesaggio della mente, si spostano dal campo dell’appartenere e muovono via verso la nebbia. I volti si sovrappongono e scompaiono, lo scenario si con-fonde con la maternità di quella che doveva essere una tela: sventola invece come un’imprimitura in una stanza da letto. Le persone si mescolano a persone della vita di altri, sguardi fugaci dietro agli autobus della città che si sveglia. I lavori ricominciano, ci destiamo dalla visione, sono interstizi degli attraversamenti, luoghi di soglia, evanescenze del soggetto pittorico.
KH